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Torri

 

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Le prime presenze umane nel comune di Centola, individuabili maggiormente lungo la costa, risalgono al periodo compreso tra il IV e il V secolo d.C. Infatti alle spalle del promontorio di Palinuro alcuni scavi hanno riportato alla luce tracce di un abitato indigeno, un agglomerato di case costruite con zoccolo di pietra ed elevato in mattoni crudi con tecnica rudimentale per la quale è esclusa qualsiasi influenza greca. 

Nel comune di Centola maggiormente nella zona di Palinuro, si hanno testimonianze consistenti di impianti difensivi. Il castello della Molpa fatto costruire dai goti, per contrastare l'espansione dei bizantini intorno al VI secolo. Nell'età moderna la popolazione si intensifica e con essa si potenzia la difesa costiera riguardante tutto il viceregno. Durante il secolo XVIII dopo un lungo periodo di trascuratezza fu varato un progetto di ristrutturazione il quale prevedeva la riqualificazione delle torri e la costruzione di batterie armate. Nel monitoraggio che fu effettuato si riscontrò che alcune torri erano andate distrutte o difficili da individuare: 

  •    TORRE DI CARILLO: La suddetta torre viene custodita dal Torriere Prop.o, è inabitabile ed è solo segno ad essere stata torre.

  •    TORRE DI CAPRIOLI

  •    TORRE DI PRIORISE

  •   TORRE DI TAURIELLO

  •    TORRE DI SPARTIVENTO

  •    TORRE DI ARCO

  •    TORRE DI CALAFETENTE

  •    TORRE DI GAUDIO

  •    TORRE DI MOLPA: Le suddette torri vengono custodite dai Torrieri Interini, e sono inabitabili.

  •    TORRE DI FORTE DI PALINURO: La suddetta  torre viene custodita da Militari invalidi ed ha bisogno di accomodi.

  •    TORRE DI MONTE D'ORO: Ovvero Castello di Palinuro. Questa torre viene custodita da Militari Invalidi, ed è inabitabile.

  •    TORRE DI LAGO: Questa torre è stata dimessa.

Una prima torre, che anticipa le altre sul promontorio è la torre del Porto, catalogata come disegno Ba25b custodito presso la Biblioteca Nazionale di Napoli e relativo al progetto di una batteria costiera a protezione del porto, realizzato durante il periodo della dominazione francese. Appare interessante dall'osservazione di questo disegno rilevare come doveva trattarsi di una torre appartenente ad una tipologia speciale, ovvero del tipo a doppia altezza. Infatti il livello principale di copertura, con tre troniere verticali, sembra sovrastato da un corpo edilizio di minor sviluppo longitudinale, sopraelevato esattamente dello sviluppo verticale delle solite troniere, in questo caso ridotte a due. Anche della successiva "Torre del Forte", così come da alcuni schizzi, dovrebbe coincidere con il sito della Batteria del Prodese, che oggi non sembra averne tracce. La terza sarebbe la Torre del Capo, nota anche come Torre della Quaglia. Oggi appare come un rudere ma le pareti si sono conservate quasi per l'intera altezza ma senza l'apparato a sporgere. Le dimensioni sembrano somigliare a quelle della vicina "Torre di Calafetente", per cui è presumibile che la Torre del Capo sia stata composta da tre troniere per lato, quindi appartenente alla tipologia intermedia la quale era molto diffusa. La quarta torre, soprannominata "di Capo Spartivento", non è più in piedi, mentre i resti della torre di Monte d'Oro sarebbero stati inglobati nella struttura della stazione meteorologica di Palinuro. La sesta torre, quella di Calafetente è situata a strapiombo sul mare. Seppur allo stato di rudere conserva in gran parte la sua forma originaria e potrebbe addirittura essere recuperata. Come già detto prima è formata da tre troniere per lato e fa parte della tipologia intermedia. Della settima torre detta del Giudeo o anche Mozza, non resta molto, solo il suo basamento le cui dimensioni lasciano immaginare che era molto più grande delle precedenti. Dell'ottava torre infine, non restano che pochi resti informi quasi sul livello del mare, in località Marinella nei pressi della foce del fiume Lambro, la quale anticipava L'omonima altura su cui sorgeva l'insediamento fortificato della Molpa. Verso il confine costiero di Centola, con quello del comune di Pisciotta è ubicata la torre di Caprioli, su un lieve rialzo direttamente sul mare. Con il progredire dell'industria bellica dal settecento in poi i castelli e le torri di avvistamento vennero sostituite gradualmente con fortezze inserite in luoghi nevralgici con consistente armamento disposto su più fronti, in modo da rispondere sia ad attacchi marini che alle incursioni terrestri. Furono consistenti gli ampliamenti delle linee difensive: il progetto prevedeva la realizzazione di nuove strutture da integrarsi con quelle esistenti. Tra il 1805 e il 1815 molte guarnigioni di Militari avevano il compito di presidiare le coste per impedire atti di brigantaggio o attacchi dal mare: infatti con l'insurrezione cilentana del luglio-settembre 1806, con epicentro Centola, Roccagloriosa e Rocca Cilento pose la necessità di rinforzare e potenziare gli avamposti specialmente quelli a difesa del porto di Palinuro. La preoccupazione maggiore era di proteggere la zona del porto, cui viene trovata soluzione con la realizzazione di una batteria costiera, per tre pezzi su affusto brandeggiabile denominata "Batteria del Porto di Palinuro", la quale era difesa a monte da un opera di forma stretta ed allungata, in luogo di una distrutta torre vicereale. Questa Batteria del Porto si integrava con l'esistente "Batteria del Prodese" dotata di due cannoni. Al centro del promontorio, sull'altura di Monte d'Oro, era collocato un forte, formato da un bastione pentagonale attraversato da un corpo rettangolare allungato, con un andamento spezzato. Oltre alle costruzioni militari più note, si possono individuare altre costruzioni minori con scopi difensivi tutte accomunate dall'essere costruzioni private. Si tratta di masserie fortificate, case forti, torri difensive, ecc... Costruzioni sorte nell'epoca aragonese nei secoli XVI-XVIII, fino al secolo XIX, con lo scopo di fronteggiare attacchi di bassa intensità. Le grandi masserie, dove vi erano concentrate le riserve alimentari, potevano costituire l'obiettivo principale degli attacchi dei predoni, per questo motivo ci fu la necessità di fornirle di accorgimenti difensivi per lo più da garitte lungo i vertici del perimetro, archibugiere e piccole cannoniere. Le case forti spesso situate in zone isolate, ma alcune volte anche nei centri abitati, il loro scopo era quello di sventare incursioni notturne miranti al rapimento di membri di ricche famiglie a scopo di riscatto: l'elemento difensivo di queste costruzioni era una torre di concezione arcaica inglobata nella struttura residenziale e alcune volte utilizzavano anche garitte difensive. Inoltre c'erano le grandi torri difensive, fatte costruire da potenti famiglie locali, intorno alle quali sorgevano edifici più o meno consistenti, che costituivano la seconda linea difensiva che integrava la prima linea rappresentata dalla catena delle torri vicereali. Alcune testimonianze di architettura difensiva minore sono riscontrabili anche nei territori di Centola e Palinuro. La più antica è riconoscibile nel nucleo originario dell'edificio denominato "palazzo Murat" a Palinuro. Questo edificio a forma quadrilatera con basamento scarpato e un pronunciato sviluppo verticale, in origine doveva avere un accesso sopraelevato e mostra ancora oggi elementi sporgenti (beccatelli) che potrebbero riferirsi alla parte inferiore di un apparato a sporgere per la difesa piombante. Oggi il manufatto appare modificato con la realizzazione di nuove aperture e l'addossamento di un nuovo fabbricato riconoscibile, l'impianto di una casa torre cinquecentesca. Il palazzo Rinaldi è un altro esempio di architettura civile a scopi difensivi: originariamente a forma quadrangolare, con successivo ampliamento in tempi recenti, nel nucleo originario mostra quattro piccole garitte con forma parallelepipeda, con qualche feritoia. L'esempio più conservato nei suoi caratteri originari è il "castello San Sergio" in Centola: la struttura a pianta quadrilatera circondata da un'alta murazione dotata di garitte cilindriche. La qualità architettonica si presenta in un apparato ornamentale nel quale gli elementi difensivi sono inseriti con un ritmo regolare: i locali non comunicavano direttamente tra loro, ma su più livelli di costruzione e a loro volta protetti perimetralmente dalle postazioni angolari ed internamente (aia e settori della corte) dalla cinta esterna.

 

 

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